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A  partire  dalle  misure  vibrazionali,  sono  state  eseguite  le  OMA  attraverso  il  metodo
         Stochastic Subspace  Identification (SSI-COV)  [31],  che  permette  di estrarre  i  parametri

         modali da registrazioni del solo output. Viceversa, dalle registrazioni delle prove di impatto
         (che forniscono sia l’input che l’output) è stato possibile estrarre i parametri modali della
         struttura  adottando  la  metodologia  denominata  Subspace  State  Space  System
         IDentification (N4SID) [32].
         In Figura 5 vengono mostrati i modi di vibrare del telaio identificati sia tramite l’algoritmo
         SSI-COV che N4SID, per tutte e 3 le fasi costruttive indagate (P1, P2 e P3). Partendo dalla
         P1,  i  primi  2  modi  sono  traslazionali,  rispettivamente  nella  direzione  longitudinale  e
         trasversale, mentre il terzo è rotazionale. Dopo la costruzione delle pareti (P2) e dopo la
         loro intonacatura (P3), il modo di vibrare trasversale rimane circa lo stesso, sia in termini

         di  frequenza  che  di  forma  modale,  essendo  il  contributo  di  rigidezza  offerto  dalle
         tamponature trascurabile nella direzione trasversale. Più nel dettaglio, si nota una leggera
         diminuzione  nel  valore  della  frequenza,  passando  da  P1  a  P3,  probabilmente  dovuto
         all’incremento  della  massa  totale  della  struttura,  in  concomitanza  con  un  incremento
         pressoché nullo di rigidezza in quella direzione. Al contrario, i valori di frequenza dei modi
         longitudinali e di quello rotazionale si incrementano notevolmente passando da P1 a P2 e

         poi a P3. In particolare, per il modo longitudinale, l’incremento di frequenza da P1 a P2 è
         molto elevato (più di 5 volte) ed è dovuto al notevole incremento di rigidezza fornito dalle
         pareti in quella  direzione. Con  l’intonaco (P3), i modi longitudinali e quello rotazionale
         incrementano  ulteriormente  i  loro  valori  di  frequenza,  (di  circa  l’8%  per  quello
         longitudinale e del 5% per quello rotazionale, rispetto a P2). Da sottolineare anche il fatto
         che,  a  differenza  di  P1,  nei  casi  P2  e  P3  le  deformate  modali  del  modo  longitudinale
         presentano  un  leggero  accoppiamento  rotazionale,  ragionevolmente  dovuto  alla  non
         perfetta simmetria delle 2 tamponature. Infine, l’accordo tra i valori di frequenza ottenuti

         dalle  due  differenti analisi  modali  (OMA  e  EMA)  dimostrano  l’attendibilità  dei  risultati
         ottenuti. Infine, va ricordato che tutte le prove dinamiche sono state effettuate all’interno
         di un laboratorio, dove la temperatura si è mantenuta pressoché costante durante tutta la
         fase di sperimentazione; ne consegue che l’influenza della temperatura sui risultati delle
         prove può essere trascurata [33].


         3.3     Identificazione dinamica del comportamento fuori piano delle tamponature



         Le tamponature sono state testate dinamicamente con prove di impatto, allo scopo di
         identificare il loro comportamento dinamico fuori piano. Il martello strumentato adottato
         per i test è lo stesso utilizzato per le prove di impatto sul telaio mentre le accelerazioni
         sono state registrate con 2 accelerometri a taglio monoassiali con sensitività di 0.3 V/g e
         un range di frequenza misurabile di 1 – 2000 Hz.
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