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calcestruzzo sottoposti a gradiente termico (del tipo già discusso nella sezione 2) hanno
confermato la possibilità di identificare la profondità alla quale sono stati raggiunti i 450°C.
Vale la pena notare che l'ossido di calcio prodotto dalla decomposizione della portlandite
è fortemente igroscopico e tende a ricombinarsi con l'acqua per produrre nuovamente
l'idrossido. Pertanto, la verifica della profondità di deidroissilizzazione nel copriferro di un
elemento strutturale sopravvissuto a un incendio può essere effettuata solo mediante
campionamento "a secco", dal momento che un tradizionale carotaggio con
raffreddamento ad acqua cancellerebbe gli effetti della dissociazione. Inoltre, occorre
valutare preliminarmente la profondità di carbonatazione originaria della struttura, al fine
di non confondere la perdita di alcalinità dovuta al normale invecchiamento con quella
causata dall'esposizione al fuoco.
4. Misure Colorimetriche
In alcuni casi il degrado del calcestruzzo per effetto degli agenti ambientali esterni
comporta una lieve alterazione cromatica degli strati più superficiali, che spesso può essere
rilevata con un semplice esame visivo, pur con tutte le limitazioni di una stima qualitativa.
Un esempio è rappresentato dall’effetto dell’alta temperatura, che introduce inizialmente
delle sfumature rosa-rosso (300-600°C), quindi grigio biancastro (600-900°C) e infine giallo-
marrone (900-1000°C). La colorazione rosa-rosso deriva dalla possibile presenza di
composti del ferro negli aggregati, che possono deidratarsi od ossidarsi nell’intervallo di
temperature indicato. L’intensità di questa variazione di colore dipende dal tipo di
aggregato ed è maggiormente pronunciata per gli aggregati silicei e meno per aggregati
calcarei ed ignei. L’identificazione di questo primo cambiamento di colore è di particolare
importanza pratica, perché la sua comparsa coincide generalmente con l’inizio di
significative perdite di resistenza del calcestruzzo.
Un metodo accurato ma oneroso consiste nell’esame di campioni di calcestruzzo
(tipicamente dei dischi ricavati da una carota) con un colorimetro [3] o uno
spettrofotometro. Quest’ultimo strumento consente di suddividere lo spettro visibile in un
elevato numero di bande (in genere fino a 40) e di quantificare la percentuale di luce
riflessa dalla superficie del materiale in ogni intervallo.
Con riferimento al calcestruzzo ordinario con aggregato siliceo citato in precedenza, si può
notare inizialmente un fattore di riflessione relativamente costante (colore grigio) con una
lieve dominante rossa (curva 20°C di Fig. 9). L’esposizione all’alta temperatura produce
effetti trascurabili fino a 400°C, mentre a temperature più elevate vi è una riduzione
uniforme in tutto lo spettro, che corrisponde ad una tonalità più scura e, in termini relativi,
ad una ancora più forte dominante rossa.