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produce  quando  un  indentatore  scalfisce  la  superficie  di  un  materiale  relativamente
          fragile.  Tuttavia,  mentre  nella  corona  diamantata  vi  è  una  serie  di piccoli  risalti  che

          producono una abrasione diffusa, nel caso della perforazione vi è un unico tagliente di
          maggiori dimensioni su cui agisce un percussore. In questo secondo caso si ha dunque una
          maggiore concentrazione degli sforzi e una più profonda propagazione delle fratture, che
          è più evidente nei materiali più duri e fragili [9].


                          perforazione
                         tempo  lavoro                          1.0
                                    sclerometro                                       perforazione  sclerometro
                   1.0        ultrasuoni                                     ultrasuoni  lavoro tempo
                  relativo  carotaggio  capo test  carotaggio  relativo  carotaggio tempo
                                                                          lavoro
                          compressione
                                             lavoro
                        tempo
                  valore  0.5  valori a 20°C                   valore  0.5  leggero - valori a 20°C  capo test
                       compressione Rcm = 50.4N/mm 2
                                                                    compressione Rcm = 51.1N/mm 2
                                 V = 4290 m/s
                       ultrasuoni
                                                                              V = 3850 m/s
                       sclerometro  IR ( = 0°) = 48                ultrasuoni  IR ( = 0°) = 45.1  resistenza a
                                                                    sclerometro
                       capo test  F = 33.4 kN                                              compressione
                       perforazione tempo = 0.154 s/mm              capo test  F = 23.3 kN
                       (Ø = 10 mm) lavoro = 33.6 J/mm               perforazione tempo = 0.099 s/mm
                       carotaggio  tempo = 2.00 s/mm  (a)           (Ø = 10 mm) lavoro = 21.5 J/mm
                       (Ø = 44 mm) lavoro = 700 J/mm                carotaggio  tempo = 0.57 s/mm  (b)
                   0.0                                              (Ø = 44 mm) lavoro = 350 J/mm
                      0       200      400      600      800    0.0  0     200      400      600      800
                                temperatura (°C)                              temperatura (°C)
          Figura 3. Sensibilità ad un danno termico uniforme di diverse tecniche di indagine applicate
          ad  un  calcestruzzo  ordinario  con  aggregato  siliceo  e  ad  un  calcestruzzo  leggero  con
          aggregato di argilla espansa.

          Per questo motivo la resistenza alla perforazione può risultare inferiore in calcestruzzi di
          buona  qualità  integri,  rispetto  al  caso  in  cui  questi,  avendo  già  subito  un  lieve
          danneggiamento, esibiscano una maggiore deformabilità e quindi una attenuazione dei

          fenomeni di frattura [8].
          Queste considerazioni sono confermate dai risultati sperimentali, soprattutto se si guarda
          all’energia  spesa  nelle due tecniche  di  perforazione,  che tende  a  rimanere costante o
          addirittura a crescere in presenza di un danno termico di modesta entità (Fig. 3). Il tempo
          necessario  per  l’avanzamento  della  corona  diamantata  è  invece  un  parametro  che
          dimostra  fin  da  subito  una  buona  sensibilità  al  degrado  del  materiale,  del  tutto

          confrontabile  con  altre  proprietà  particolarmente  indicate  per  questo  tipo  di
          identificazione, come la velocità degli ultrasuoni [10] e la resistenza all’estrazione di inserti
          (capo test) [7]. È però evidente il vantaggio offerto dalla tecnica basata sul carotaggio, che
          consente  di  eseguire una  “scansione”  delle  condizioni  del  calcestruzzo  a  profondità
          crescenti.
          Per  verificare  questa  potenzialità,  gli  stessi  due  calcestruzzi  sono  stati  utilizzati  per
          preparare dei pannelli di piccole dimensioni (275x550x80 mm), che sono stati sottoposti
          ad un forte gradiente termico (>5°C/mm) esponendo una delle facce alla temperatura di
          750°C,  mentre  quella  opposta  è  stata  mantenuta  a  temperatura  ambiente  (Fig.  4a).  A

          partire dal profilo delle temperature massime raggiunte, misurato mediante 3
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