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In  alternativa,  esistono  metodi  avanzati  che  consentono  un  esame  più  puntuale  delle
          condizioni locali dello strato più superficiale (rifrazione di onde elastiche, propagazione

          delle onde superficiali, proprietà elettriche, ecc.). Un inquadramento di questa materia è
          stato uno degli obiettivi del Comitato Tecnico RILEM 207-INR Interpretation of NDT results
          and  assessment  of  RC  structures,  che ha  prodotto  uno  stato  dell'arte  in  cui  vengono
          discusse le potenzialità e le modalità di impiego delle tecniche di indagine più avanzate
          nello studio di problemi di particolare rilievo nell’Ingegneria Civile.
          Vi è però da dire che l’elevata specializzazione richiesta per l’utilizzo di questi metodi,
          unitamente  all’elevato  costo  delle  strumentazioni  ed  ai  lunghi  tempi  necessari  per
          l’implementazione sul campo, costituiscono tuttora un freno alla loro diffusione su larga

          scala.  Nella  pratica  spesso  ci  si  affida  ad  un  professionista  esperto,  che  disponendo  il
          prelievo  di  alcuni  campioni  per  le  analisi  di  laboratorio  e  saggiando  la  risposta  delle
          membrature con strumenti semplici e di uso comune (martello, sclerometro, misure di
          velocità di impulsi ultrasonici, ecc.), si forma un’idea sullo stato di degrado dell’opera e
          sugli interventi necessari per il ripristino della sua funzionalità e durabilità.
          Anche  in  quest’ottica  di  maggiore  concretezza  e  di  attenzione  ai vincoli economici  e
          operativi  che  spesso  condizionano  le  applicazioni  in  situ,  vi  sono  tuttavia  dei  notevoli

          margini di affinamento, nel senso di rendere meno invasivi i prelievi, più sistematiche e
          oggettive  le  analisi,  più  immediata  la  disponibilità  dei risultati.  In  alcuni  casi  questa
          possibilità è offerta da dispositivi largamente diffusi o facilmente accessibili (smartphone,
          calcolatori portatili, fotocamere digitali, schede multifunzione per l’acquisizione di segnali),
          che  permettono  di  tradurre  in  forma  numerica  la  percezione  soggettiva  che  si  ricava
          dall’esame visivo della struttura. In altre situazioni è la stessa operazione di prelievo di un
          campione a fornire delle informazioni sulla compattezza e sulla tenacità del materiale a
          profondità crescenti dalla superficie del manufatto.

          Quest’ultima osservazione apre  il  vasto  capitolo  dei  “metodi  combinati”, nei  quali  più
          informazioni concorrono alla valutazione delle condizioni della struttura. Si tratta di un
          approccio  che  può  essere  suggerito  dalla  convenienza  di  affiancare  indagini  locali  più
          accurate a tecniche rapide ma spesso poco affidabili, dalla necessità di compensare gli
          effetti spuri di alcuni parametri (umidità, età del calcestruzzo) e, in generale, dall’esigenza
          di migliorare l’accuratezza delle misure effettuate.

          Tenendo presenti i vantaggi offerti da una visione più ampia della strategia operativa, le
          potenzialità di alcuni dispositivi elettronici di uso comune, ma anche i vincoli operativi
          imposti dalle applicazioni sul campo, è stata messa a punto, presso il Laboratorio Prove
          Materiali del Politecnico di Milano, una serie di promettenti strumenti di indagine per la
          valutazione del degrado delle strutture in calcestruzzo armato. Di queste metodologie,
          nate  principalmente  con  lo  scopo  di  valutare  il  danno  da  incendio  o  la  profondità  di
          carbonatazione, si vuole dare in questa nota una breve rassegna, anche con riferimento ad
          alcuni esempi applicativi ed alle attuali linee di sviluppo.
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