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correnti veloci, al contrario, sono caratterizzate da un’altezza idrica inferiore a quella di
stato critico (h<hc) e un termine cinetico che ritrae la quasi interezza del contenuto
energetico.
Alla luce di questi elementi di idraulica fluviale, è possibile valutare i mutamenti indotti
dalle altezza idrometriche della portata liquida nella contrazione imposta alla sezione idraulica
dal complesso di strutture rigide quali pile, spalle ecc..
Il brusco restringimento dell’alveo, generato dalle pile di un ponte o da altre ostruzioni e
impedimenti, può condurre la corrente in condizioni di stato critico, ovvero può limitarsi a
produrre un rigurgito a monte se la corrente è lenta, a valle se è veloce. Entrambe le condizioni
sono riportate nel grafico successivo (Fig.14):
Prima condizione
Seconda condizione
hc
Fig.14
Nella fattispecie, in un qualsiasi alveo rettangolare avente b0, Y0 ed V0 rispettivamente
larghezza, profondità, velocità in condizione indisturbata e b larghezza della contrazione, il
presupposto affinché, in assenza di perdite, non si riscontri il transito attraverso la profondità
3 2
critica ℎ = 2 (profondità critica) è che il carico specifico della corrente indisturbata sia
maggiore od uguale al carico critico per la portata data. Essendo il carico critico Ec espresso dalla
seguente formula:
3 3 3 2
= ℎ =
2 2 2
deve risultare che
0 2 3 3 2
+ 2 ≥ 2 (1)
0
2
Indicando con numero di Froude della corrente indisturbata il seguente valore
0 = 0
0
la relazione (1) diventa