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quindi ignorare l’evoluzione temporale dei differenti processi erosivi.
Ritorna utile sottolineare, in questa sede, che i fenomeni di erosione (o sedimentazione)
generalizzata, contrariamente a quelli localizzati, sono, generalmente, molto lenti e difficilmente
apprezzabili alla scala dei tempi tecnici. È abbastanza complesso valutarne la stima e in ogni caso
può essere effettuata attraverso un confronto multitemporale dei profili longitudinali.
In letteratura sono disponibili diverse leggi che ci consentono di effettuare una stima della
profondità di erosione. Se ne riportano, di seguito, alcune:
1
Formula di Lacey = 0.47 dove yms (m) è la profondità media di erosione, Q (m /s)
3
3
0.5
è la portata e f=1.76 dm è il diametro medio dei sedimenti.
2
Formula di Blench. Per sabbia 0.06<d50≤2 ℎ d50>2mm e Ss=2.65 = 1.23 3 1
50 12
3
dove yms (m) è la profondità media di erosione q(m /s/m) è la portata per unità di larghezza,
d50 è il diametro corrispondente al 50% del passante e Ss il peso specifico dei sedimenti.
4. Erosione localizzata (local scour)
L’erosione localizzata è quell’articolato insieme di eventi per cui l’azione erosiva riguarda
unicamente le aree contigue agli elementi strutturali, quali pile e spalle dei ponti.
L’asportazione di materiale, in maniera localizzata, in corrispondenza delle pile o delle
spalle è dovuta principalmente all’originarsi di vortici solitamente detti “vortici a ferro di
cavallo”. Così come indicato nelle Fig.21, Fig.24, Fig.25, Fig.26 essi sono provocati dall’arresto
della vena fluida sulla superficie di monte della pila la quale, in virtù di un gradiente delle
pressioni di ristagno lungo la verticale, subisce una variazione verso il basso della direzione di
moto. Il cambio di direzione genera i vortici e la rimozione di materiale. Con il crescere della
profondità di escavazione, il contenuto energetico associato ai vortici tende a diminuire fino a
raggiungere una situazione di equilibrio dinamico. Nella zona immediatamente a valle della pila,
invece, si modellano vortici ad asse verticale che contribuiscono, anch’essi, alla rimozione del
materiale litoide; la potenza di questi ultimi si riduce celermente in funzione della distanza dalla
pila, infatti, non di rado, a valle della pila, si rinviene materiale depositato.
Fig.24 Fig.25