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L’attività del radon viene misura in Bequerel (simbolo Bq) e la sua concentrazione in aria viene
            espressa in Bq al metro cubo (Bq/m3).
            I prodotti di disintegrazione del radon si liberano nell’ambiente e si legano al pulviscolo atmosferico
            (aerosol) trasportato dall’aria. Durante la respirazione, i prodotti di disintegrazione del radon e gli
            aerosol vengono depositati nei polmoni. Da qui emettono radiazioni ionizzanti, danneggiando il
            tessuto  polmonare immediatamente circostante e dando origine a un processo potenzialmente
            cancerogeno.
            L'Organizzazione mondiale della sanità (Oms), attraverso l'International Agency for Research on
            Cancer  (Iarc),  ha  classificato  il radon appartenente  al gruppo  1 delle sostanze cancerogene per
            l'essere umano da oltre 30 anni. Dopo il fumo da tabacco (85%), il gas radon è al secondo posto
            come causa di tumore al polmone provocando in Italia oltre tremila decessi all’anno.
            Gli studi epidemiologici (fonte Istituto Superiore di Sanità) confermano che il radon negli ambienti
            chiusi aumenta  il  rischio  di  tumore  ai  polmoni  nella  popolazione.  La  percentuale  dei  tumori
            polmonari legati al radon è stimata tra il 3% e il 14%, a seconda della concentrazione media nel
            Paese considerato e dei metodi di calcolo anche se non è nota una concentrazione al di sotto della
            quale l’esposizione non presenta alcun rischio.
            Difficile risulta dare una valutazione precisa dell’incidenza dovuta ad esposizione al radon in quanto
            la maggior parte dei tumori al polmone dovuti a questo gas si verifica tra i fumatori a causa di un
            forte effetto combinato fumo/radon: la probabilità che il radon sia causa di tumore al polmone è
            molto più elevata nelle persone che fumano o che hanno fumato in passato, piuttosto che in quelle
            che non hanno mai fumato. Tuttavia, tra le persone che non hanno mai fumato, il radon è la prima
            causa di cancro ai polmoni (fonte ISS).



            3.    Necessità di una figura professionale e suoi requisiti


            Il gas radon proveniente dal suolo tende a disperdersi in atmosfera dando origine a concentrazioni
            molto basse all’aria aperta, mentre nei luoghi chiusi (piani interrati o comunque bassi, case, scuole,
            ospedali ecc.), il radon (che ha un peso ari circa otto volte quello dell’aria) può rimanere intrappolato
            in tali ambienti presentandosi in concentrazioni elevate così da costituire pericolo per la salute.
            Le  misurazioni  del  radon  negli  ambienti  confinati  non  risultano,  a  prima  vista,  particolarmente
            complesse da  eseguire,  ma risulta  necessario stabilire  metodologie  e  protocolli standard per
            garantire l'esattezza e la coerenza delle misure.
            A causa della variabilità della presenza e della diffusione del gas radon dipendenti, tra l’altro, anche
            da  condizioni  ambientali  (p.e.  andamento  della  pressione barometrica)  o  di  utilizzo  dei  locali
            (apertura  di  finestre  o  presenza  di  ventilazione  meccanica  controllata),  le  misurazioni  devono
            risultare integrate nel lungo periodo al fine di valutarne la concentrazione media annuale.
            Il tipo di rilevatore ed il suo posizionamento deve essere accuratamente scelto perché influisce non
            solo sul costo delle misurazioni ma anche sui risultati stessi. E’ necessaria quindi l’introduzione di
            una figura professionale in grado di decidere dove, come e quando monitorare: questo è l’ “Esperto
            in interventi di risanamento radon”.
            I requisiti di tali esperti sono indicati all’interno dell’Allegato II, comma 2 del  D.Lgs 101 del 31 luglio
            2020.
            In  particolare,  viene  richiesta,  oltre  all’abilitazione  all’esercizio  della professione  di  ingegnere,
            architetto o geometra e oltre all’iscrizione ad un albo professionale, la partecipazione ad un corso
            di formazione della durata di 60 ore relativo alla progettazione, attuazione, gestione e controllo
            degli interventi correttivi per la riduzione della concentrazione di attività di radon negli edifici. I corsi
            possono essere organizzati da Enti Pubblici, associazioni, ordini professionali.
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