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La  vulnerabilità  dell'organismo  edilizio  risulta  quindi  fortemente  condizionata  dai

               meccanismi di danno di I modo e,  il loro controllo rappresenta il primo obiettivo di qualsiasi
               intervento di prevenzione.

               Un  intervento  che  elimina  questa  possibilità  è  l’incatenamento  delle  celle  murarie,  porre  una
               catena  significa  modificare  lo  schema  resistente  e  quindi  occorre  esaminare  nuovamente  la

               struttura per identificare i nuovi meccanismi di danno. Le catene vanno di regola poste al livello
               dei solai, il tirante deve riportare ai muri trasversali la forza che provocherebbe il ribaltamento

               della parete esterna. I meccanismi di danno che interessano le pareti murarie sollecitate da azioni

               sismiche  complanari  (secondo  modo  di  danno)  si  innescano  facilmente  ma,  in  genere,
               comportano valori del moltiplicatore di collasso piuttosto elevati e quindi di rado evolvono fino

               al collasso. Il muro lesionato dall'azione orizzontale agente nel suo piano scorre su se stesso o
               ruota rispetto ad un punto di cerniera per effetto dell'azione sismica ma, se ben costruito, non

               perde  la  capacità  portante.  Se  il  muro  è  eseguito  secondo  le  regole  dell'arte  tale  modalità  di
               danno  si  può  definire  duttile,  in  analogia  alle  costruzioni  in  cemento  armato  e  in  acciaio:  le

               lesioni nelle pareti murarie possono raggiungere, infatti, la larghezza di diversi centimetri senza

               che si producano pericolose perdite di equilibrio.

               L’intervento di incatenamento esercita effetti positivi anche in corrispondenza dei cinematismi
               di secondo modo.


               3.  Scelta degli interventi progettuali e modelli di calcolo

               Le  scelte  progettuali,  come  precedentemente  riportato,  sono  mirate  essenzialmente  al
               rafforzamento  degli  elementi  in  copertura,  nella  loro  complessità  gli  interventi  proposti,

               garantiranno  un  migliore  comportamento  sotto  orizzontali  delle  strutture  di  copertura  e  di
               conseguenza  dei  maschi  murari,  rendendo  il  comportamento  globale  dell’intera  struttura  più

               scatolare  possibili,  eliminando  le  spinte  dei  solai  inclinati  e  possibili  cinematismi.  Le  azioni

               causate dal terremoto generano nei setti murari sollecitazioni di taglio e flessione; gli elementi
               che    maggiormente  possono  fornire  resistenza  a  queste  sollecitazioni  sono  le  pareti  dirette

               parallelamente all’azione del sisma. Siccome le azioni sismiche interessano tutti gli elementi in
               maniera  proporzionale  alla  loro  massa,  è  necessario  trasferire  le  forze  orizzontali  agenti

               sull’edificio  ai  setti  orientati  parallelamente  alla  direzione  del  sisma.  In  presenza  di  azioni
               orizzontali il ruolo dei solai diventa quindi non solo quello di trasmettere alle strutture murarie i

               carichi verticali, ma anche quello di distribuire le azioni orizzontali. Per ottenere questo risultato

               è necessario che i solai abbiano una significativa rigidezza nel loro piano. I travetti o le travi in
               legno, se ben ammorsati alla muratura perimetrale, forniscono collegamento in una  direzione,
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