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attenzione, consapevoli che per esso non poteva valere la teoria di Bernoulli-Navier,
            con la conseguente impossibilità di disporre di metodi razionali di progettazione e

            adattando,  in  mancanza  di  altro, i  sistemi  di  calcolo  per  le  travi.  Attualmente  le
            porzioni strutturali in cui ricadono le selle Gerber vengono collocate nelle cosiddette
            D regions e per esse vengono proposti, molto opportunamente, modelli di tipo strut
            and tie.
            Attualmente  una  parte  di queste  opere  è  divenuta  funzionalmente  superata
            riscontrando, talora, insufficienze sul piano della sicurezza statica nei riguardi degli
            SLE e/o SLU previsti dalle vigenti Norme Tecniche per le Costruzioni (NTC2018) e dalle
            Linee Guida Ministeriali per la valutazione della sicurezza dei ponti esistenti [3]; la

            ragione di ciò è riconducibile ad una o più cause, tra queste ricordiamo: le carenze
            connesse alla vetustà, al degrado dei materiali, a difetti costruttivi occulti, alla nuove
            e più gravose condizioni di carico rispetto a quelle previste dai regolamenti vigenti
            all’epoca  della  loro  costruzione,  alla  scarsa  robustezza  che  presentano  talune
            tipologie costruttive.
            Nel caso di strutture di tipologia Gerber si osserva inoltre che, sebbene la presenza
            del  giunto  in  campata  consenta  di  ottenere  dei  vantaggi,  esso,  d’altra  parte,

            costituisce una via preferenziale per infiltrazioni e percolazioni di acqua proveniente
            dalla piattaforma stradale con conseguente degrado del calcestruzzo e delle armature
            per corrosione e innesco di fenomeni espulsivi del calcestruzzo del copriferro. Nasce
            quindi l'esigenza,  da  parte  degli  Enti  Gestori,  di programmare  ed  attuare  piani  di
            intervento atti a migliorare le condizioni di esercizio della rete e delle opere d’arte al
            loro  servizio,  in  modo  da  evitare,  mediante  interventi  mirati,  che  i  fenomeni  di
            degrado possano, nel loro evolversi, compromettere la statica di tali opere e, nel caso
            si  riscontrassero  carenze,  di  adeguare  il  comportamento  statico  del  sistema

            strutturale alle vigenti Norme Tecniche per le Costruzioni, conferendo ove possibile,
            maggiore robustezza alla struttura. Si tratta di un problema gestionale che non può
            prescindere da piani di investimento poderosi e in tale contesto sembra quanto mai
            opportuno,  in  vista  di  una  ottimizzazione  delle  direttrici  di  intervento  e  del
            conseguente razionale impiego delle risorse, ricorrere ad interventi che risultino poco
            invasivi ed economicamente sostenibili.
            Con  riferimento  a  tale  contesto  caratterizzato  da  una  notevole  complessità  di

            processo, viene analizzata nel seguito una metodologia di intervento per impalcati
            stradali caratterizzati da uno schema statico a travata Gerber nella configurazione
            Niagara,  che  prevede  di  trasformare  l'impalcato  originariamente  isostatico  in  un
            impalcato  a  travata  continua  mediante  l’eliminazione  dei  giunti  intermedi  ed
            introducendo una precompressione mediante cavi esterni come soluzione di rinforzo
            globale. La procedura viene applicata in particolare ad un caso di studio inerente un
            ponte progettato negli anni '60 da Riccardo Morandi per superare il fiume Salso in
            corrispondenza della città di Licata in Sicilia [4].
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