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bisogna osservare che il disposto normativo dà definitiva approvazione alle tecniche di
sperimentazione in campo vibrazionale, fornendo il trigger per ulteriori studi.
Nel seguito si riportano le risultanze di una complessa sperimentazione in campo dinamico
che ha riguardato una importante infrastruttura costituita da un viadotto di recente
realizzazione a servizio della SS 683 Licodia Eubea in prossimità della città di Caltagirone
(CT). Le prove dinamiche sono state utilizzate per la validazione di un modello FEM della
struttura, sulla base del quale si è valutato il comportamento deformativo e lo stato
tensionale della struttura sotto i carichi di collaudo.
2. Il viadotto Paradiso 1
I lavori eseguiti sulla SS 623 in prossimità della città di Caltagirone hanno previsto la
costruzione di numerosi viadotti, tra questi, quello denominato “Paradiso Uno”, è uno dei
più rappresentativi. Esso è costituito da 11 campate, la cui lunghezza è così ripartita: 36 m
+ 50 m + (7 x 75 m) + 56 m + 55 m, per uno sviluppo complessivo di 722 m.
L’impalcato, nella classica tipologia bi-trave, è realizzato in struttura mista acciaio-
calcestruzzo. Le travi in acciaio a doppio T dissimmetrico sono alte 2800 mm, gli spessori
delle piattabande e dell’anima sono variabili in funzione dell’andamento delle
sollecitazioni, la soletta realizzata in calcestruzzo armato presenta uno spessore costante
di 28 cm.
La composizione dell’impalcato oltre alle due travi in acciaio prevede il collegamento
trasversale delle stesse con diaframmi e controventi di torsione, tutti con schema
reticolare.
Le sottostrutture prevedono pile e spalle in c.a ordinario, in particolare le pile presentano
una sezione ellittica cava, avente spessore delle pareti variabile in funzione delle specifiche
esigenze statiche con spessori compresi tra 30 cm e 45 cm. L’altezza delle pile varia da un
minimo di 7.30 m ad un massimo di 47.00 m. Lo schema dei vincoli risulta articolato: dal
punto di vista statico il viadotto presenta appoggi multidirezionali in corrispondenza delle
spalle e di tutte le pile, tranne per le pile 5 e 6, in cui il vincolo è unidirezionale in senso
trasversale, (Figura 2, si riporta lo schema di vincolo adottato).
Le opere di fondazione prevedono plinti su pali di grande diametro D =1.50 m (Figura 3).
In direzione longitudinale le pile con appoggio fisso (P5-P6) assorbono le sollecitazioni
statiche dovute al frenamento. Dal punto di vista sismico le pile più corte (P1, P9, P10 di
altezza inferiore a 25 m) sono libere di oscillare, le pile P2-P8 (alte circa 30 m) sono dotate
di dispositivi di dissipazione tipo OTP, in grado di controllare il valore di sollecitazione
impresso dall’impalcato; per le restanti pile (di altezza superiore ai 30 m) è prevista
l’applicazione dispositivi dotati di shock-transmitter (OT).
In direzione trasversale le pile (P1, P2, P3, P4, P7, P8, P9, P10) sono dotate di un appoggio
multidirezionale associato ad in dispositivo di vincolo fisso (DEF) oppure ad un dispositivo
di tipo OTP; le pile fisse (P5 e P6) sono dotate di un dispositivo di appoggio unidirezionale
trasversale; sono dunque tutte soggette all’azione del vento; dal punto di vista sismico le
pile alte circa 30 m (P1, P2, P7, P8, P9, P10) sono state dotate di isolatori.