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Infatti,  danneggiamenti  dovuti  all’interazione  tra  elementi  strutturali  e  non  strutturali
         possono portare a collassi prematuri degli elementi portanti e non consentire il corretto

         sviluppo dei fenomeni dissipativi [4].
         Inoltre,  per  edifici  di  rilevanza  strategica  (come  scuole,  ospedali,  caserme,  edifici
         governativi,  ecc.)  può  risultare  fondamentale  limitare  il  danneggiamento  delle
         tamponature anche per terremoti di forte intensità al fine di garantirne l’utilizzo durante
         la  gestione  delle  emergenze  [5].  Per  questo  motivo,  gli  edifici  strategici  sono  spesso
         sismicamente protetti per mezzo di sistemi di isolamento e/o dissipazione; questi devono
         essere progettati tenendo in debita considerazione il reale comportamento dinamico della
         struttura  [6]  che  risulta  fortemente  condizionato  dal  contributo  irrigidente  dalle
         tamponature.  Per  gli  edifici  esistenti  che  devono  essere  migliorati  o  adeguati

         sismicamente, per raggiungere un adeguato livello di conoscenza e per calibrare modelli
         agli  elementi  finiti  usati  per  la  progettazione  degli  interventi,  vengono  generalmente
         effettuate  prove dinamiche che consentono di identificare le caratteristiche dinamiche
         dell’edificio  nella  sua  globalità  e  nelle  condizioni  reali,  comprensive  ovviamente  del
         contributo degli elementi non strutturali.
         Infine, anche per il monitoraggio della salute strutturale (SHM) delle costruzioni può essere

         importante  lo  sviluppo  di  un  modello  numerico  rappresentativo  dell’edificio  nelle  sue
         condizioni  normali  di  operatività;  questo  può  essere  determinante  per  interpretare
         correttamente un’eventuale variazione delle caratteristiche dinamiche della costruzione
         riscontrata sperimentalmente [7-10]. Ovviamente, anche in questo caso, il contributo degli
         elementi  non strutturali deve essere  tenuto  in considerazione, anche perché potrebbe
         risultare di interesse identificare un loro danneggiamento a seguito di eventi eccezionali.
         Ad  oggi  sono  disponibili  in  letteratura  svariati  lavori  che  propongono  approcci  per  la
         modellazione delle tamponature negli edifici, spaziando dal semplice utilizzo di una biella

         equivalente [11-13] a modelli più raffinati, sia in campo lineare che non lineare [14,15].
         Tuttavia, rimangono ancora incertezze sui parametri e sulle strategie di modellazione di
         questi elementi, legate al fatto che le tamponature non sono elementi standardizzabili, in
         quanto vengono realizzate con le più differenti tecniche costruttive e adottando materiali
         che possono variare molto a seconda dell’operatore e del luogo in cui ci si trova [16-18].
         La ricerca scientifica in questo ambito si è concentrata maggiormente sul comportamento
         nel piano delle tamponature soggette a carichi statici e ciclici, con l’obiettivo di fornire

         curve di capacità empiriche in grado di caratterizzare il comportamento delle tamponature
         in campo elastico e post elastico [19-21]. Tuttavia, queste ricerche hanno condotto ad una
         vasta varietà di risultati a causa della molteplicità dei materiali (tipologia e qualità) e delle
         tecniche costruttive. In letteratura si trovano anche alcuni lavori che utilizzano le prove
         dinamiche  per  la  caratterizzazione  delle  tamponature  [22-24],  ma  si  concentrano,
         principalmente, sull’influenza  nel comportamento  delle pareti del grado  di vincolo, del
         danno e della presenza di aperture.
         Lo scopo del lavoro di ricerca qui descritto è quello di proporre una procedura basata su

         indagini  non distruttive  dinamiche  per la  riduzione  delle  incertezze  nella  modellazione
         delle tamponature negli edifici. A differenza della massa, che può essere ragionevolmente
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