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Stima  della  rigidezza  delle  tamponature  mediante  prove

         dinamiche in-sito




         Nicoletti Vanni, Arezzo Davide, Carbonari Sandro, Gara Fabrizio
         Università Politecnica delle Marche - Facoltà di Ingegneria
         Dipartimento ICEA


         Sommario
         In  questo  articolo  viene  proposta  una  procedura  per  stimare  la  rigidezza  delle
         tamponature, con l’obiettivo di ridurre le incertezze nella modellazione agli elementi finiti
         di strutture a telaio, soprattutto nei casi in cui questi elementi non strutturali debbano
         essere considerati e inclusi nei modelli. La metodologia proposta si basa sull’esecuzione di
         prove dinamiche di impatto su pareti di tamponamento e sull’analisi e la modellazione
         numerica delle stesse. La metodologia viene dapprima validata attraverso una campagna

         sperimentale su di un telaio costruito ed investigato in laboratorio, per poi essere applicata
         ad un edificio reale. Dall’analisi dei risultati si evince come la procedura proposta sia in
         grado di fornire una stima molto accurata della rigidezza delle tamponature che può essere
         usata per la loro modellazione in modelli agli elementi finiti degli edifici.


         Nicoletti Vanni (v.nicoletti@pm.univpm.it)
         Arezzo Davide (d.arezzo@pm.univpm.it)
         Carbonari Sandro (s.carbonari@univpm.it)
         Gara Fabrizio (f.gara@univpm.it)
         Dipartimento ICEA
         Facoltà di Ingegneria - Università Politecnica delle Marche
         Via Brecce Bianche - 60131 - Ancona




         1.    Introduzione



         Per lungo tempo le tamponature sono state considerate elementi non strutturali la cui
         influenza sulla risposta strutturale degli edifici veniva trascurata, sia in termini di rigidezza
         che resistenza. Questa pratica comune era supportata dall’ipotesi che allo Stato Limite
         Ultimo (SLU) le tamponature possono essere considerate completamente danneggiate e,
         di conseguenza, il loro contributo in termini di resistenza e rigidezza può essere trascurato,
         mentre allo Stato Limite di Danno (SLD), si raggiunge una valutazione conservativa dei drift

         di piano (sui quali si basano le verifiche) non considerando il loro contributo irrigidente.
         Oggi giorno,  però, viene  unanimemente  riconosciuto che la  rigidezza e la  resistenza di
         questi elementi non strutturali, unitamente alla loro massa, deve essere considerata nella
         modellazione numerica degli edifici, soprattutto per la valutazione della sicurezza sismica,
         in  quanto  questi  elementi  possono  influenzare  in  maniera  anche  molto  significativa  il
         comportamento globale degli edifici, specialmente nelle aree soggette a terremoti [1-3].
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